Il 17 e 19 settembre le donne e gli uomini russi sono andati alle urne per votare il rinnovo della Duma, il parlamento russo. Il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, ha ottenuto il 50% dei voti e il suo leader si è quindi riconfermato alla poltrona di presidente, che non ha mai lasciato dal 2012 dopo essere stato già primo ministro dal 1999, ed è confermato lo staff di 36 membri che lo ha accompagnato finora, e di cui fanno parte solo tre donne. Una vittoria disturbata dalle accuse di brogli e dal verdetto emesso dalla Corte Europea dei Diritti giunto proprio mentre nel quartier generale di Russia Unita si stava festeggiando. Il massimo appello della legge europea, infatti, ha stabilito che Putin avrebbe approvato nel 2006 l’avvelenamento da polonio dell'ex spia russa Aleksandr Litvinenko. Lo stesso anno, a Mosca veniva assassinata in circostanze rimaste misteriose la giornalista Anna Politkovskaja, che aveva scritto molto contro il governo di Putin. Oltre a tutto quello che ciò ha significato, l’omicidio ha aperto una serie di questioni sul rapporto fra Vladimir Putin e le donne e la presunta misoginia di un capo di Stato che nel documentario The Putin Interviews, realizzato da Oliver Stone, dice di non avere mai “giornate no” perché capitano solo alle donne (“è la natura”), che ha approvato nel 2017 la depenalizzazione della violenza domestica (“per rendere la famiglia più forte”) e che nel 2019, per l’8 marzo, ha lodato le donne russe che si impegnano molto in famiglia ma riescono a restare “belle, carismatiche e affascinanti”, ma ha specificato che "le donne sono deboli, e la debolezza non è il loro difetto peggiore". Una figura, quella di Putin, che difficilmente si vede mai accostata a una donna e della cui vita privata si sa pochissimo, a parte che nel 2013 ha divorziato dalla moglie-fantasma Lyudmila Ocheretnaya dalla quale, in 30 anni di matrimonio, ha avuto due figlie, Mariya e Katerina, e che ha un'amante di nome Svetlana. Difficile non chiedersi che tipo di donne possano essere le uniche tre che detengono dei ruoli importanti nel suo governo.

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Alexandra Levitskaya

In ordine di anzianità, la prima è Alexandra Levitskaya, nata a Mosca il 7 febbraio del 1954. Di lei i giornali russi hanno iniziato a parlare nell’agosto del 2013 quando è stata nominata Consigliera del Presidente della Russia. Prima di questo, Levitskaya si è laureata in Geologia e Geofisica nel 1976 all'Università statale di Mosca e nello stesso anno, quando c'era ancora l’Urss, ha iniziato a lavorare come ingegnere e ricercatrice presso l'Istituto di ricerca scientifica. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica del dicembre 1991, è rimasta ancora due anni a lavorare nell’Istituto statale, poi ha cominciato a passare di dipartimento in dipartimento con ruoli sempre più alti e non sempre legati solo alla geologia, come l’assistenza medica e sociale, o questioni amministrative. Nel 1999 Levitskaya comincia a essere più attiva in politica come Assistente del Capo di Gabinetto dell'Ufficio Esecutivo Presidenziale. Un anno dopo è vicecapo di stato maggiore del governo e dal 2003 al 2021 ricopre per tre volte il ruolo di viceministra: della Salute e dello Sviluppo Sociale, dell Sviluppo Economico e del Commercio e poi del solo Sviluppo Economico. Nel mezzo, è stata insignita nel 2004 dell'Ordine d'Onore e nel 2011 dell'Ordine al Merito alla Patria. Poi, nel 2013 la nomina di Consigliera. Secondo i dati che i membri del governo russo devono obbligatoriamente rendere pubblici, Levitskaya nel 2018 ha guadagnato 6 milioni e mezzo di rubli, che al cambio sono circa 76mila euro e possiede una quota di un piccolo terreno e una di un appartamento da 110,6 mq.

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Larisa Igorevna Brycheva

Larisa Igorevna Brycheva è poco più giovane di Alexandra Levitskaya, è nata il 26 maggio 1957, sempre a Mosca. La sua bio ufficiale ne elenca i titoli di studio e l'escalation, la laurea in giurisprudenza all'Università Statale di Mosca, il dottorato di ricerca in giurisprudenza all'Istituto di Stato e diritto dell'Accademia delle scienze dell'URSS. Il primo incarico è come consulente al tribunale arbitrale statale presso il Comitato esecutivo dell'Oblast di Mosca, e poi come consulente legale senior presso molte imprese e organizzazioni moscovite. Fra l’87 e il ’92 ha pure diretto la rivista specialistica Stato sovietico e diritto. Si susseguono poi gli incarichi istituzionali al servizio dello Stato della Federazione Russa fino a diventare Vice Capo del Dipartimento legale principale dello Stato del Presidente (GPU) e, nel 2004, anche assistente del presidente e capo della direzione presidenziale. Brycheva è più ricca di Levitskaya, dichiara più di 8 milioni di rubli di reddito annui, poco meno di 100mila euro l’anno. Possiede per intero due appezzamenti di terreno con una superficie totale di 56,7 acri, un appartamento, un garage e un piccolo stabilimento balneare. Dei suoi ruoli, quello che la carica di maggior autorità è quello al GPU, un'agenzia statale molte potente dove si scrivono gli emendamenti alla Costituzione, si trasformano le decisioni politiche in leggi e si bloccano le leggi di cui il Cremlino non ha bisogno. Larisa Brycheva ricopre quel ruolo da prima che Putin iniziasse a governare il paese.

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Anna Kuznetsova

Anna Kuznetsova, infine, la più giovane delle tre, è nata a Penza il 3 gennaio del 1982 ed è laureata in Psicologia dell’educazione. Nel 2015 è diventata capo della Fondazione di beneficenza Pokrov e poi responsabile dell'Associazione nazionale delle organizzazioni per la protezione della famiglia. Nel 2016 è entrata a far parte dello squadra di governo con la nomina di Commissario presidenziale per i diritti dell'infanzia. È l’unica che riporta sulla sua biografia governativa lo stato civile, sposata (ma dalle altre si intuisce comunque nei cognomi completi) e a dichiarare di avere sei figli. Vista la differenza d'età con le altre due, è anche l'unica ad avere un profilo Instagram, dove in nessuna foto è presente con lei anche Putin. Così come è quasi impossibile trovare foto della altre due insieme al presidente russo.