Date a Kendall Jenner una passerella e smetterete di provare nostalgia a fondo perduto per le supermodelle dei Novanta. Date a Kendall Jenner un profilo Instagram e vi catapulterà nei momenti di ordinaria follia di una giovane donna dall’agenda molto poco ordinaria. Date a Kendall Jenner un paio di jeans (icona) e un microfono (ad altissima risonanza) e vi svelerà tutto quello che l’élite social-e non ha il coraggio di rivelare. Volto della nuova campagna Calvin Klein I Speak My Truth in #MyCalvins, la topmodel che ha partecipato alla rivoluzione della couture liquida è chiamata a promettere e prometterci di dire la verità, nient’altro che la sua verità. “Oh, eccome se ne ho di cose da dire… Sono una stacanovista, sono ossessionata dal benessere, sono una maniaca del controllo. A volte mi sento una pecora nera… Ma forse è solo tutta una questione di click bait”, scherza nel video by Jonas Lindstroem in esclusiva su Marieclaire.it la top che da 23 anni sta al passo con i Kardashian. “La gente pensa di vedere tutto. Ma in realtà vede solo quello che decido di mostrare”, continua in video Kendall Jenner in jeans e white tee, in slip dress scarlatto, in body di pizzo caviale, in felpa mélange e calzettoni e due pezzi intimo Calvin Klein bianco latte mentre i chiaroscuri dal sapore Caravaggesco si susseguono frame dopo frame.

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E mentre i talenti protagonisti dei grandi cambiamenti dell’arte contemporanea, A$AP Rocky, Billie Eilish, Indya Moore e Shawn Mendes dicono la loro verità con (solo) un paio di jeans Calvin Klein addosso (ça va sans dire…), l’ultima campagna della maison devota alla tela indaco si fa promotrice della révolution couture che passa attraverso cartelloni pubblicitari ad altezza grattacielo e post virali dall’eco a-generazionale. Quella in cui Bella Hadid bacia Lil Miquela, la prima influencer virtuale, la prima modella da un milione e mezzo di follower realizzata grazie all’intelligenza artificiale, e che insieme alla sorella di Gigi Hadid diventa portavoce concretissima dell’orgoglio pride. Lanciata in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, infatti, la campagna Calvin Klein più dibattuta degli ultimi tempi ruota attorno al refrain pronunciato da Bella Hadid: “La vita riguarda l’apertura di porte, la creazione di nuovi sogni, di cose che non avresti mai saputo esistessero”. Provocare, sfidare, ridefinire lo status quo è la promessa che da oltre 50 anni si/ci fa Calvin Klein tra portfolio sfida dell’universo moda e lookbook che invitano all’inclusività che non vuole conoscere specifiche anagrafiche. Promesse lineari e autentiche come sono le impunture in punta di cotone elasticizzato, promesse che non hanno paura di essere definite troppo esplicite come una vita troppo bassa un lavaggio troppo usurato una gamba troppo attillata. Troppo per chi?

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